ALFA ROMEO GIULIETTA SPRINT -PRE SERIE-


Marchio

ALFA ROMEO

Modello

GIULIETTA SPRINT -PRE SERIE-

Anno

1955

Documenti

ASI TARGA ORO , TARGHE E LIBRETTO ORIGINALI

L’Alfa Romeo Giulietta Sprint, in seguito rinominata “Giulia Sprint”, è una vettura sportiva prodotta dalla casa automobilistica italiana Alfa Romeo dal 1954 al 1965.
Lo sviluppo economico del dopoguerra pose nuovi stimoli all’industria automobilistica europea, le cui impostazioni e dimensioni “artigianali” dovettero far posto ad un vero processo di “industrializzazione”, per poter far fronte alle maggiori richieste della clientela. In quegli anni infatti si ebbe l’inizio della motorizzazione di massa. Per l’Alfa Romeo questo delicato passaggio coincide con la progettazione e realizzazione del modello “Giulietta”, internamente denominato “Tipo 750”, fu varato dall’azienda del Portello allo scopo di affacciarsi sul mercato nazionale ed europeo delle automobili di grande serie, ma subì alcuni intoppi di ordine tecnico che rallentarono l’inizio della produzione, rispetto ai tempi di avvio preannunciati, che prevedevano la presentazione della “Giulietta” al Salone di Torino del 1954 e la sua commercializzazione nello stesso anno.
Il lancio della nuova vettura, la cui produzione era stata finanziata da una sottoscrizione pubblica di capitali e legata ad una lotteria nazionale che ne metteva in palio un esemplare, non poteva essere procrastinata a pena di una pesante ripercussione sulla credibilità e sul prestigio aziendali.
Per questo motivo, sul finire del 1953, l’Alfa Romeo prese l’insolita decisione di presentare il modello coupé prima del modello berlina. La realizzazione della versione sportiva era stata pensata per maggiormente collegare il nuovo modello “Tipo 750” alle tradizioni corsaiole della marca e alle sue vittorie nelle competizioni. Nel programma aziendale originario, avrebbe dovuto trattarsi di una vettura allestita su meccanica della berlina, messa in vendita l’anno successivo a quello del modello di derivazione, con una limitata produzione di esemplari, curati da carrozzieri milanesi.
La progettazione e sviluppo della coupé era stata portata a termine congiuntamente alla berlina e, nei primi mesi del 1953, il prototipo della futura “Sprint” realizzato da Giuseppe Scarnati, poi divenuto celebre come “brutto anatroccolo”, aveva già affrontato brillantemente le prove su strada. Le linee generali erano quindi già impostate e si trattava di affinare la carrozzeria e renderla elegante, nei pochi mesi precedenti all’apertura del Salone.
Un primo intoppo si verificò per la mancata disponibilità della carrozzerie Zagato e Touring, la cui potenzialità produttiva era già saturata da altri modelli Alfa Romeo. La Carrozzeria Boneschi presentò una sua proposta, di stampo americaneggiante, che venne scartata.
Fu questa la ragione che spinse il responsabile del “progetto Giulietta”, Rudolf Hruska, a rispolverare i suoi contatti torinesi e chiedere l’aiuto di Mario Boano, responsabile della Ghia e di Nuccio Bertone. Hruska arruolò anche Giovanni Michelotti, quale consulente Alfa Romeo per la valutazione delle soluzioni stilistiche proposte.

All’opera di affinamento, principalmente svolta da Boano, lavorarono anche Franco Scaglione e un giovanissimo Giorgetto Giugiaro. I tre apportarono una miriade di modifiche che, pur mantenendo l’originale impostazione dei volumi, resero la carrozzeria stilisticamente gradevole ed equilibrata in ogni sia parte.
Così nasce la Giulietta Sprint presentata come prototipo di pre-serie al Salone dell’automobile di Torino il 19 marzo 1954. In realtà gli esemplari proposti furono due, uno di colore rosso e uno di colore azzurro, diversi tra loro in molti particolari, ma che avevano persino il portellone posteriore apribile, vera novità per l’epoca. Tale soluzione fu poi abbandonata per la produzione in serie, in quanto si temevano infiltrazioni d’acqua, dovute alla scarsa inclinazione della zona lunotto e alla precaria tenuta delle guarnizioni dell’epoca.
Il successo del nuovo modello fu tale che l’Alfa Romeo dovette immediatamente rivedere i suoi programmi produttivi che prevedevano un minimo di 100 e un massimo di 200 esemplari annui. Già al termine del primo giorno di apertura del Salone, infatti, gli ordinativi superarono i 500 esemplari.
Proprio in quei giorni Boano abbandonò la Ghia che, a sua volta, si ritirò dal progetto. La Carrozzeria Bertone dovette far fronte alle commesse impreviste dell’Alfa Romeo subappaltando la costruzione delle scocche agli altri artigiani battilastra del torinese. Nel 1960 si arrivò alla produzione automatizzata di stampaggio delle scocche che sino a quel momento erano state tutte battute a mano. La costruzione della Giulietta Sprint avveniva a Torino per il corpo vettura, poi le scocche nude venivano inviate a Milano presso il Portello con le bisarche, dove venivano completate del motore, degli organi meccanici e di tutti gli interni.
Il motore della Sprint, grazie alla presenza di un rapporto di compressione più elevato rispetto alla berlina e ad un carburatore doppio corpo raggiunge i 65 cavalli e la vettura arriva così ai 160 km/h. Contribuiscono al successo la linea moderna e filante ed il prezzo di 1.900.000 lire, che, pur non economico in assoluto, è però molto inferiore rispetto a quello della sorella maggiore 1900 Super Sprint coupé Touring, commercializzata in parallelo (che costa 3.210.000 lire). Veniva venduta all’epoca solo in quattro colorazioni: rosso Alfa, blu tornado, bianco gardenia e azzurro Capri.
La linea risulta piacevole e moderna e l’operazione di inserire la Giulietta Sprint in una fascia più popolare riesce molto bene. La Giulietta berlina arriva nella primavera del 1955, mentre in autunno, al Salone dell’automobile di Francoforte, vede la luce la Spider.

Coupé dalle perfette condizioni estetiche e meccaniche.
Il colore rosso con interno in tessuto bleu ne esalta la bellezza della semplicità Alfa.

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